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(Vanna Lancini, Il sole vincerà) www.vannalancini.com |
Questa è l’ora che preferisco
E ti preferisco oggi
Lieve, rossastro
Dietro innocue e vacue nubi.
Mi volto
Immagino il tuo sguardo
Sui miei capelli scuri.
Sei così dolce oggi,
Nella tua ultima ora.
Adoro il paesaggio
Bucolico e poetico
Il paese in lontananza
Che pare in silenzio.
È pieno di rose di carta
Bianche e azzurre.
Ricordo quando lo vidi
Per la prima volta
Quella fredda mattina.
Forse il bagordo eco
Del frastuono
Lo dipinse borgo
Nei miei ricordi.
Il tempo è sì strano
A volte scorre lento.
Un anno e mezzo poi
Lo ricontrai
Pieno di rose di carta
Bianche e azzurre
Sui davanzali
E mi chiamò.
Quando l’osservo
Camminando
Gl’occhi pieni
Di campi arati e spighe
Cieli che danzano ogni sera
Su diverse note
Il Resegone e i suoi amici
Null’altro che una linea
Tra il cielo e la terra,
Capisco che il mondo
Comincia dietro un angolo
Una curva a gomito
Una coincidenza celata.
Questa è l’ora che preferisco
L’ambiente si scolora
E la strada per le cascine
Ruba il silenzio del mio cuore.
I miei pensieri sciolti
Il ritmo serrato delle mie gambe
E tu così gioioso o melanconico
Freddo nel tuo bruciare perenne
Pennellato di striature pastello
Nel tuo saluto quotidiano.
I viali e l’asfalto
Le cascine d’eco ispanico
I cancelli sull’infinito prato
Sconfinato e aperto
Alle piogge, ai saluti, agli addii
Delle stagioni e del tempo
Che altre volte scorre veloce
E candido smuove
Le foglie di betulla.
Questa è l’ora che preferisco
Il tramonto di settembre
Sulla sua via di siepi
Di cani dal fascino umano
Di archi e colonne
In mezzo al nulla.
Bucolico e poetico
Il paese in lontananza
Che pare in silenzio.
È pieno di rose di carta
Bianche e azzurre.
Ricordo quando lo vidi
Per la prima volta
Quella fredda mattina.
Forse il bagordo eco
Del frastuono
Lo dipinse borgo
Nei miei ricordi.
Il tempo è sì strano
A volte scorre lento.
Un anno e mezzo poi
Lo ricontrai
Pieno di rose di carta
Bianche e azzurre
Sui davanzali
E mi chiamò.
Quando l’osservo
Camminando
Gl’occhi pieni
Di campi arati e spighe
Cieli che danzano ogni sera
Su diverse note
Il Resegone e i suoi amici
Null’altro che una linea
Tra il cielo e la terra,
Capisco che il mondo
Comincia dietro un angolo
Una curva a gomito
Una coincidenza celata.
Questa è l’ora che preferisco
L’ambiente si scolora
E la strada per le cascine
Ruba il silenzio del mio cuore.
I miei pensieri sciolti
Il ritmo serrato delle mie gambe
E tu così gioioso o melanconico
Freddo nel tuo bruciare perenne
Pennellato di striature pastello
Nel tuo saluto quotidiano.
I viali e l’asfalto
Le cascine d’eco ispanico
I cancelli sull’infinito prato
Sconfinato e aperto
Alle piogge, ai saluti, agli addii
Delle stagioni e del tempo
Che altre volte scorre veloce
E candido smuove
Le foglie di betulla.
Questa è l’ora che preferisco
Il tramonto di settembre
Sulla sua via di siepi
Di cani dal fascino umano
Di archi e colonne
In mezzo al nulla.
Il tramonto a settembre by Maria Cristina Cireddu is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Permissions beyond the scope of this license may be available at http://leparoledicrima.blogspot.com.
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